TU SEI IL SOMMO BENE – Francesco d’Assisi e il bene comune

Introduzione

di Salvatore Ferro OFM

Tu sei il sommo bene. Francesco d’Assisi e il bene comune è il titolo di questo libro che raccoglie gli interventi sul tema del Bene comune nella prospettiva francescana, presentati durante il Convegno Formatori dei Frati Minori della Conferenza dei Ministri provinciali d’Italia e d’Albania e organizzato dal Segretariato per la Formazione e gli Studi della stessa Conferenza (Assisi, 21-24 novembre 2016).

L’idea di mettere a disposizione di un pubblico più vasto i contributi qui offerti è all’origine di questo libro. Un libro che si prefigge di aiutare il lettore a comprendere la proposta francescana del bene comune e mostrare il tal modo quanto siano ancora attuali i contenuti di questa. Allo stesso tempo intende offrire uno strumento di formazione per tutti coloro che vivono l’ambito educativo/formativo: ci auguriamo che ne possano trarre giovamento e orientamenti per approfondire e promuovere percorsi educativi/formativi sulla via del bene comune.

La tradizione francescana muove la sua riflessione verso il bene comune a partire dal mistero del «Dio unico che è comunione trinitaria»: è il modello a cui essa fa riferimento. Questa visione è magistralmente espressa da Papa Francesco:

Per i cristiani, credere in un Dio unico che è comunione trinitaria porta a pensare che tutta la realtà contiene in sé un’impronta propriamente trinitaria. San Bonaventura arrivò ad affermare che l’essere umano, prima del peccato, poteva scoprire come ogni creatura «testimonia che Dio è trino». Il riflesso della Trinità si poteva riconoscere nella natura «quando né quel libro era oscuro per l’uomo, né l’occhio dell’uomo si era intorbidato». Il santo francescano ci insegna che ogni creatura porta in sé una struttura propriamente trinitaria, così reale che potrebbe essere spontaneamente contemplata se lo sguardo dell’essere umano non fosse limitato, oscuro e fragile. In questo modo ci indica la sfida di provare a leggere la realtà in chiave trinitaria [1].

Alla luce del mistero trinitario la tradizione francescana procede nella sua riflessione concependo il bene comune non connesso all’individuo preso nella sua singolarità, ma esclusivamente in quanto in relazione con l’altro. Il bene comune riguarda la relazione stessa tra gli individui, ed è un bene proprio della vita comune. Non è un bene ricercato per se stesso, ma per le persone che fanno parte della comunità e che solo in essa possono realmente e più efficacemente conseguire il loro bene[2]. Per cui, educare/formare al bene comune secondo la prospettiva francescana vuol dire formare la persona alla necessità di recuperare la libertà amorosa, la gratuità, la fraternità e quindi il bene comune, cioè quel tipo di relazioni familiari e fraterne che rendono possibile la vita armonica e affettuosa tra gli uomini e nella casa comune.

La persona umana – infatti – tanto più cresce, matura e si santifica quanto più entra in relazione, quando esce da sé stessa per vivere in comunione con Dio, con gli altri e con tutte le creature. Così assume nella propria esistenza quel dinamismo trinitario che Dio ha impresso in lei fin dalla sua creazione[3].

È evidente che una tale proposta sul bene comune richiede la necessità di percorsi che la realizzino. Per questo i contributi che compongono questo volume non si limitano ad una riflessione teorica, ma propongono, espliciti ed impliciti, itinerari formativi.

Gli Autori che hanno offerto le loro riflessioni sono tutti nomi noti per apporti significativi all’approfondimento del pensiero francescano e alla diffusione del carisma di Francesco d’Assisi.

Il primo contributo è quello di Marco Bartoli dal titolo Francesco d’Assisi e il bene comune. Partendo dagli Scritti di e dalle fonti agiografiche su Francesco d’Assisi, l’Autore si prefigge di rispondere alla domanda: «come ha fatto Francesco a giungere alla consapevolezza di un Dio sommo bene?». Attraverso una rilettura e reinterpretazione degli scritti di e su Francesco, lo stesso Autore giunge alla conclusione che tale consapevolezza sia il punto finale di un percorso biografico. L’ipotesi da cui muove questo studio è che Francesco sia giunto a tale consapevolezza passando attraverso le diverse esperienze della sua vita. Per arrivare al «sommo bene», Francesco sembra sia passato attraverso l’esperienza di un mondo in cui il bene sembra non esserci, un mondo in cui sembra dominare il male. Nella prima parte l’Autore analizza l’incontro di Francesco con il male (concretizzato nella povertà, guerra e malattia); nella seconda parte prende in esame la via da lui trovata per cercare il bene: facendo riferimento alle Fonti francescane lo stesso autore evidenzia come il Santo d’Assisi abbia elaborato un’articolata risposta ai diversi volti del male, che si erano presentati nella sua vita. Questa risposta ha sempre le sue basi in una rinnovata sensibilità evangelica. La terza parte dello studio è dedicata al modo in cui Francesco ha pensato di realizzare i suoi progetti di bene. La quarta ed ultima parte dell’articolo è dedicata all’esperienza dell’incontro con Dio «sommo bene».

La bontà di Dio diventa così la base della riflessione teologica francescana. Questa è sviluppata nella prima parte del contributo di Johannes B. Freyer dal titolo: Percorsi verso il bonum. L’approccio alla tradizione francescana. Egli presenta una rilettura della forma di vita francescana interpretando caratteristiche del francescanesimo alla luce della dottrina del bene. In particolare l’Autore, in una breve ma densa sintesi, ci offre la riflessione teologico-spirituale sul bonum che la tradizione francescana ha gradualmente sviluppato a partire dalla percezione che Francesco ha di Dio come sommo bene, riconoscendo nella vita intratrinitaria il fondamento di ogni Bene. Il modello è la Trinità, fonte e origine di tutto il bene. Questa prospettiva illumina anche la riflessione sulla persona e sulla sua vita. Il bene, come concetto teologico-spirituale, viene poi applicato alla realtà della vita religiosa dei frati minori. L’Autore quindi dedica l’ultima parte delle sue riflessioni tracciando un percorso verso il bonum. Percorso caratterizzato da quegli elementi identitari specifici della vita francescana: la minorità, la fraternità, la missione evangelizzatrice e la dimensione universale.

Segue il contributo di Nicola Riccardi, Nel superamento del tornaconto personale: la sconfitta dell’utilitarismo e la vittoria del bene comune. L’articolo si sofferma in modo particolare sul concetto di utilitarismo indicandone il riverbero sul Bene comune e anche sulla questione ambientale e sociale. Più specificatamente, l’articolo inizia la sua disamina presentando due promotori di questa concezione: B. Mandeville e J. Bentham. Soffermandosi più a lungo su quest’ultimo ne evidenzia il sistema etico-sociale da questi elaborato: un sistema che giunge «ad una vera e propria rarefazione dell’altro e di ciò che è comune, come pure di ogni forma di virtù, lasciando il primato indiscusso all’utilità individuale». Nella seconda parte – facendo riferimento all’enciclica Laudato si’ – lo studio esamina le ricadute dell’utilitarismo nella questione ambientale. L’Autore termina la sua riflessione, evidenziando la necessità di itinerari educativi/formativi adeguati, volti alla costruzione di una cultura meno autoreferenziale, aperta alla partecipazione, alla condivisione e alla collaborazione al bene comune a tutti i livelli.

Conclude questo nostro itinerario il contributo di Albert Schmucki dal titolo: Il Terzo necessario. Il bene comune come la dinamica della formazione francescana. L’Autore propone una riflessione sulla possibilità, ma anche sulle insidie, di un’educazione e formazione al bene comune nel contesto attuale partendo dalla visione del bene comune nelle Ammonizioni di Francesco d’Assisi. Prosegue poi con una breve ma interessante analisi della crisi educativa nella cultura odierna allo scopo di far capire meglio il nesso intimo esistente tra la crisi formativa odierna e la crisi del Bene comune. Un excursus attraverso la psicologia evolutiva intersoggettiva fa emergere invece la naturale tendenza dell’essere umano al riconoscimento reciproco, alla collaborazione e – sottolineatura molto interessante – alla “resa” ad un Terzo comune che allo stesso tempo diventa il fondamento della relazione. L’Autore infine basandosi sempre su questa visione antropologica aperta alla comunione si interroga sulla possibilità di una educazione e formazione al bene comune nel contesto attuale. Questa ricerca giunge a mettere in evidenza la vocazione nobile di alcuni luoghi formativi francescani (es. i Capitoli) al servizio della progettazione e realizzazione del bene comune.

L’articolazione di questo volume, nei contributi appena accennati, si presenta come un itinerario francescano verso il bene comune. Un itinerario esaltante anche se faticoso, che possiamo sostenere solo nella consapevolezza dell’amore indistruttibile di Dio, somma bontà. Una bontà che ci chiama ad uscire da ciò che è limitato e definitivo, ci dà coraggio di operare e di proseguire nella ricerca del bene di tutti, anche se non si realizza immediatamente, anche se quello che riusciamo ad attuare noi e la fraternità/famiglia/comunità civile è sempre meno di ciò che aneliamo. Dio ci dà la forza di lavorare e, se necessario, di soffrire per amore del bene comune, perché egli è il nostro tutto, il nostro sommo bene[4].

[1] Francesco, Laudato si’. Lettera Enciclica sulla cura della casa comune, 239.

[2] Cfr. Benedetto XVI, Caritas in veritate. Lettera Enciclica, 7.

[3] Francesco, Laudato si’, 240.

[4] Cfr. Benedetto XVI, Caritas in veritate, 78.

 

Collana: TAU, 20
formato 21x14 • brossura
pp. 160 • € 14,00
ISBN 978-88-7962-288-2

 

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