Convento Gancia Termini Imerese PA

Convento Gancia Piazza S. Francesco D'assisi, 1, 90018 Termini Imerese PA Tel. 091 814 1261

La chiesa di Santa Maria di Gesù, detta "la Gancia", è unachiesa di origine tardo-quattrocentesca di Termini Imerese, in provincia di Palermo. L'edificio fu costruito nel 1472 insieme al convento dei padri minori osservanti[1], approvato da papa Sisto IV, al di fuori delle mura cittadine, in un'area di proprietà della famiglia Bruno. Originariamente si presentava a due navate, la centrale e la destra, mentre a sinistra si addossava alla navata centrale il chiostro del convento. Nel 1747 la chiesa fu ampliata e il convento fu ingrandito[senza fonte]. Dopo la soppressione degli ordini religiosi, nel 1866 il convento venne adibito a caserma dei carabinieri e la chiesa fu utilizzata dal comune come deposito. Nel 1903 la chiesa venne riaffidata ai frati, che costruirono ambienti addossati al fianco della chiesa come nuovo convento. Attualmente la chiesa si presenta a navata unica, coperta da una volta a botte, con altari laterali inquadrati da archi su paraste. Ai lati dell'altar maggiore sono presenti due dipinti: uno su tela rappresenta San Giorgio che uccide il drago, opera di Niccolò da Voltri (1385-1417); l'altro su tavola, raffigura Sant'Egidioed è opera cinquecentesca di autore ignoto. A destra si trova una statua ligneaseicentesca della Vergine Immacolata, di autore ignoto, e a sinistra una statua marmorea cinquecentesca, raffigurante Santa Maria di Gesù e attribuita a Giorgio da Milano[2]. La statua lignea dell'Ecce Homo, di scultore siciliano seicentesco, che in passato era portata in processione per le vie cittadine. Nella chiesa sono inoltre ospitati: unaltorilievo marmoreo con la Pietà, attribuito a Domenico Gagini e datato all'anno 1480 (cappella del Crocifisso) un dipinto su ardesiaquattrocentesco raffigurante La Vergine con il Cristo morto tra le braccia; statua lignea di San Francesco di Assisi (cappella della Riconciliazione); statue lignee di San Paolino da Nola, tardo ottocentesca, di San Pasquale Baylon, settecentesca, e diSant'Antonio di Padova, seicentesca, tutte di scultore ignoto siciliano olio su tela raffigurante San Francesco che riceve le stimmate, opera di Vincenzo D'Oria della prima metà del Seicento; statua lignea di San Rocco della scuola del De Leo La vetrata del rosone è opera di padre Alberto Farina. L'organo elettronico a canne è opera della ditta Tamburini. All'esterno sorge un monumento in bronzo con San Francesco e il lupo, opera dello scultore Alessandro Manzo, che sorge su una base opera dell'architetto Piero Ricotta.