L’Ordine dei Frati Minori inizia il suo cammino in Sicilia con i primi diretti compagni di S. Francesco, tra i quali Angelo Tancredi da Rieti che fonda le prime “dimore” a Trapani, Mazara, Palermo, Messina, Catania, Siracusa.
Nel Capitolo Generale del 1230 la Provincia di Sicilia è ufficialmente riconosciuta, e in quello del 1239 viene divisa in cinque custodie con 25 conventi e diverse centinaia di frati. Nel corso di secoli, nonostante momenti di crisi e difficoltà, si assiste ad un continuo rifiorire dell’Ordine grazie ai movimenti dell’Osservanza prima e della Riforma dopo.
Le popolazioni dell’Isola non solo ne accolgono il messaggio evangelico, ma si impegnano concretamente nella costruzione di numerosi conventi. Qui i frati in ogni occasione, specialmente nei frequenti casi di epidemie, terremoti e lotte intestine, offrono la loro opera di soccorso, anche esponendo la vita per la salvezza del popolo di Dio.
Dopo la bufera della soppressione degli Ordini religiosi del 1866, per buona volontà di alcuni frati minori nel 1882 si riaprono diversi conventi.
Nel 1925 le Province di Sicilia divennero cinque, piccole ma tutte animate da grande entusiasmo e buona organizzazione interna.
Nel 1940 il Motu Proprio Inclitum Fratrum di Papa Pio XII decretava la fusione delle cinque Province nell’attuale unica Provincia del “Santissimo Nome di Gesù” (L. Mariani, 1990).
Per i frati minori della Sicilia comincia, da quel momento, un cammino che è possibile distinguere in 3 fasi:
⦁ prima del Concilio Vaticano II (1941-1962);
⦁ durante il Concilio e nell’immediato post-concilio (1962-1981);
⦁ dal 1981 ad oggi.
L’ultima fase apre l’Ordine dei Francescani di Sicilia alle molte sfide che investono la società e in essa la Chiesa del terzo Millennio.
Tra queste la grande sfida della “nuova evangelizzazione”, ovvero del nuovo modo di comunicare il Vangelo in un mondo cambiato e in continua e veloce trasformazione.